Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/98


— 98 —


Dalle «Poesie» di Alexandru Vlăhutză.

ALL’ICONA

La notte è scesa sulla valle e il villaggio dorme.
Nella capanna povera, al focolare, povero cuore straziato,
insonne, la giovine mamma stringe al seno il bambino
e piangendo lo carezza sulle guancie riarse dalla febbre.
Dalla sera prima il piccino ha cessato di lagnarsi:
se ne va ora per ora la sua vita piccolina.
Lo vince il sonno, s’addormenta. Sospiri rapidi, come inseguiti
dal freddo ultimo della morte, passan sempre più deboli...
Ella trasale ascoltandoli, lampi di luce le attraversano
le tenebre dello spirito. Sui muri, nella fredda oscurità,
svolazzando come un’ala, la fiamma del fuoco si spegne.

Eccola che discende a valle, pallida e stanca
col suo tesoro stretto al seno, collo sguardo fisso
verso la chiesetta miracolosa. Sforza il passo,
da tre notti e due giorni cammina senza fermarsi
ed avrebbe fatto il giro della terra senza sentirsi sfinita:
Credeva profondamente, ciecamente... Grande e inimmaginabile
è la fede che ha sede in un cuore triste e oscurato!...

— Non è possibile che la Madonna miracolosa non me lo salvi! —
si dice di continuo nel pensiero; — anche un cuore di pietra
si spezzerebbe dalla pietà. — Tutto il mio dolor solitario
verserò nella mia preghiera ai piedi della santa icona
e in pia offerta e piangendo mi gitterò ai suoi piedi
finché lo vedrò aprir gli occhi e tendermi le manine
sorridendo alla sua mamma come quando era sano.
Io non ho altro al mondo, mentre il cielo è pieno d’angeli! —

Pietosa, col Bambino in braccio, la Madonna guarda
con affetto dall’icona d’argento verso la povera mamma inginocchiata;
sembra ascoltarla e comprendere...

— Oh abbi pietà di me e rivolgigli uno sguardo,
con un raggio degli occhi tuoi buoni riscaldalo!
Poi che tu sai che dolce delizia sia stringersi al petto il figlio,
guardarlo dormire in pace cogli occhi fisi,
trasalire a un suo vagito che sembra un appello,
coprirlo col tuo amore e colla tua protezione materna.
Guardalo come, soffrendo, dorme nella sua bellezza d’angelo!
Come potrebbe senza di lui viver la sua mamma?
Abbi pietà, dagli vita col calore della tua vita,
che ancora mi gitti al collo i braccìni!
Come me tu il mondo stringi al petto nel tuo bambino...
Oh se sapessi di quali tenebre copra l’anima mia
l’occhio suo spento, e che deserto senza di lui sarebbe per me la vita,
non te ne potresti restar fredda, ascoltando il mio pianto!...