Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 94 — |
Eminescu scrisse parecchio anche in prosa: un romanzo «Geniu pustiu» (Genio sterile); tre novelle: «Sărmanul Dionis» (Il povero Dionisio), «La aniversară» (Un anniversario), e una graziosa fiaba in istil popolare: «Făt-Frumos din Lacrimă» (Principe Azzurro figlio d’una Lagrima) e numerosissimi articoli politici e sociali, molti dei quali son dei veri capolavori di buon senso, di esatta visione della realtà, di intuito storico e sociale per cui ricollega le manifestazioni della vita contemporanea a quella del passato e del passato si serve come guida sicura per iscrutar le nebbie dell’avvenire, precorrendo in certo modo il Iorga e gittando le basi del nazionalismo romeno. Tornando alle novelle e al romanzo, per quanto (ad eccezione di «La aniversară», delicatissimo idillio tra due adolescenti trattato con bonario umorismo, che ci ricorda la graziosa poesiola del De Amicis: «Tra cugini») siano resi di difficile lettura da un certo romanticismo esagerato e più ancora dall'introduzione di un elemento filosofico che ritarda lo svolgimento dell’azione; meriterebbero che qualcuno se ne occupasse di proposito, per metterne in rilievo l’originalità dei procedimenti, per cui precorrono la tendenza moderna a introdurre nel racconto disgressioni estetiche, sociali, scientifiche, filosofiche che si osserva in qualche romanzo («Zauberberger») di Thomas Mann probabilmente per influsso del Proust («À la récherche du temps perdu» e «Le temps retrouvé») e di Romain Rolland («Jean-Chistophe»).
Ai tempi di Eminescu ciò rappresentava, ad ogni modo, una novità tale, che i membri della Junimea rimasero addirittura scandalizzati, come appare dal seguente brano delle «Amintiri din Junimea» (Ricordi della «Junimea») di Gheorghe Panu, che servirà anche a dare un’idea delle riunioni di questa società che tanto influsso esercitò su tutta la letteratura romena del secolo XIX.
Dalle «Amintiri din Junimea» di Gheorghe Panu:
Una sera vado alla «Junimea» e il Pogor mi dice: |