Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/91


— 91 —

Guarda all’orizzonte come sul mare
sorge e brilla,
e sulle mobili vie
barche nere conduce.

Guardalo oggi, guardalo domani,
nasce l’amore.
ed a lui che da mesi l’ha scorta,
divien cara la fanciulla.

Com’ella appoggia sognando
il biondo capo al gomito,
dell’amor dell’Astro le duole
l’anima e il cuore.

E come vivamente luccica
egli ogni sera,
quando nell’ombra del nero castello
ella deve apparirgli!

La fanciulla è ormai innamorata dell’Astro e ogni sera lo prega di voler scendere fino a lei:

Scendi giù, bell’Astro carezzevole,
scivolando lungo un tuo raggio,
entra nella casa e nell’anima mia
e rischiarami la via!

Ma ben presto s’accorge che l’Astro è di altra natura da lei e che non potrà mai seguirlo nel suo regno:

— Oh sei bello come solo nel sogno
un angelo si mostra,
ma per la via che m’hai dischiusa
non potrò mai seguirti;

straniero all’abito e al volto
risplendi senza vita,
io son viva, tu sei morto,
e l’occhio tuo m’agghiaccia! —

Avviene quel che deve avvenire: la fanciulla cede all’amore di un paggio, col quale ha avuto in comune la fanciullezza e, quando l’Astro si reca al cospetto del Signore per chiedergli di volerlo sciogliere dal vincolo dell’immortalità, si sente rispondere:

— Iperione che all’oriente
ti levi con un mondo intero,
non chieder segni e miracoli
che non han ragione di essere!