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Non più di tanto. E forse non è neppure da pensare che ambedue i poeti, l’italiano e il romeno, abbiano potuto ispirarsi a un passo di una poesia di Arrigo Heine, com’è parso a un mio bravo scolaro, il Prof. Napoleone Crețu e pareva una volta anche a me. Molto più importante è il notare la parentela ideale tra le due poesie, l’affinità spirituale tra i due poeti in uno stato d’animo analogo senza pretender di parlar di fonti e di dipendenze, nè dirette nè indirette. Un sentimento nostalgico del passato spreme due lagrime a due poeti che mai si conobbero (nè potevano, visto che vissero in tempi diversi); queste due lagrime si trasformano per la magia dell’arte in due perle meravigliose dai riflessi iridati e di splendore diverso, se pure analogo. Ciò basta alla nostra consolazione di lettori e di ammiratori del bello.
La poesia che segue («Così fresca...») è una delle più caratteristiche di Eminescu ed ha davvero la freschezza di un niveo ramo di ciliegio in fiore:
COSÌ FRESCA...
Così fresca rassomigli |