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Tasso, Foscolo, Petrarca, Metastasio, ecc., come rappresentanti rispettivi della Filosofia, del Diritto, dell’Economia Politica, della Prosa Scientifica, del Poema epico, della Tragedia e della Lirica italiana. Certo è strano che Dante figuri in questa lista come poeta... epico, il Monti, il Manzoni e il Foscolo sian compresi in essa solo in quanto autori di Tragedie e il Metastasio unicamente come poeta lirico; ma per l’epoca di cui parliamo è già molto quanto l’Heliade si proponeva di fare per la diffusione in Romania della nostra letteratura.
Citiamo qualche strofa della sua poesia più riuscita: Sburător:
L’INCUBO (1)
Vedi un po’, mamma, che male mi fa soffrire
e perchè così forte mi batte il cuore nel petto:
strane lividure mi trovo la mattina sul seno,
in me arde un fuoco continuo e brividi mi corron per le reni!
Mettimi, mamma, la mano sulla fronte: che sudori!
Le guance... una scotta, l’altra è fredda come ghiaccio;
un nodo mi stringe la gola, il fianco mi duole,
tutto il corpo mi è pervaso da uno strano sopore.
Che sarà ciò? Domandane alla nonna:
ella un rimedio conoscerà di certo!
Che non sia un Incubo? Va’ dalla fattucchiera,
o dal prete del villaggio, o dal vecchio indovino!
Non appena si fa giorno e apro al vitello la stalla,
per condurlo sul sentiero a pascer l’erba nel prato,
quanto è più lungo il giorno (e il giorno d’estate!)
una tristezza profonda mi vince e piango, mamma, piango.
Il vitello pasce l’erba, a me daccanto,
al ruscelletto beve, sulle sue sponde errando,
nè m’accorgo se s’allontana, chè sol quando torna mi riscuoto,
sentendo come i cespugli si muovono e i rametti scricchiolano.
Allora il cuore mi batte e, come in sogno, sussulto
e mi par d’aspettar... chi? e mi par che sia giunto.
Così tutta la vita mi passa in una continua attesa
e alcuno non giunge. Che strazio indicibile!
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- ↑ Alla lettera: «Il Volatore». I Romeni credono che, quando un cadavere non si putrefa o quando non ha ricevuto gli onori funebri, lo spirito che l’animava diventi un «Incubo» ed erri senza pace, compiacendosi di tormentare le ragazze da marito, facendole deperire di giorno in giorno come consumate da un fuoco d’amore insoddisfatto.