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- Erode (uccidendolo):
Portatelo via ch’io non lo vegga |
- Coro (cantando):
O Erode Imperatore, |
(G. Dem. Theodorescu, Poezii populare române.
București, 1885, pp. 103-108. Trad. di
Ramiro Ortiz).
La letteratura popolare didattica è rappresentata soprattutto dai proverbi («proverbe») e dagli indovinelli («ghicitoare» o «cimilituri»).
Eccone qualche esempio:
PROVERBE
1. - Dov’è troppa filosofia, è anche un grano di follia.
2. - Chi è figlio di gatto, mangia topi.
3. - Colla coda del gatto non puoi far reticelle di seta.
4. - Insieme coll’albero secco, brucia anche quello verde.
5. - Non tutto ciò che vola, è buon da mangiare.
6. - I cani abbaiano, e la carovana passa.
7. - La parola è come il vento: non puoi raggiungerla nè con un cavallo corridore nè con un levriere.
8. - Ogni uccello muore per colpa della sua lingua.
9. - Chi sa leggere, ha quattr’occhi.
10. - Il ricco mangia quando ha fame, il povero quando ne trova.
11. - Chi beve a credito, s’ubbriaca due volte.
12. - Due poponi in una mano non si posson tenere.
13. - Un uomo non deve essere nè assai-assai, nè troppo-troppo.
14. - Non tutto come dice il prete, nè come dice il medico.
15. - Mettiti davanti il tuo berretto e giudicati da te.
16. - Lo zingaro, quando lo fecero Imperatore, il primo che fece impiccare fu suo padre.
17. - Ogni zingaro loda il suo martello.
18. - Finché sei incudine, soffri; finché sei martello, batti.
19. - Cinque dita sono in una mano, e nessuno somiglia all’altro.
(Iuliu Zanne, Proverbele Românilor. București,
1901, vol. V, passim.
Trad. di Ramiro Ortiz).