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Il malato. — Quanta luce c’è fuori!... Ecco i due bambini... No, non portano loro la luce, mamma... Che fanno ora? che fanno?... che fanno?...
La voce. — Guarda...
La donna. — Ecco... muore...
Il malato (agitandosi). — Gridano... Perchè gridano? Ah!...
La donna. — Muore davvero...
Il malato. — Mamma...
La donna. — Costantino, muori?...
(Passa qualche tempo in silenzio. Il malato non respira più affannoso. La donna lo guarda con terrore ed attenzione intensa. Poi il malato toma a calmarsi. La donna si avvicina ancora. Lo chiama).
La donna. — Costantino!
Il malato. — Mi duole...
La donna. — Non muore. (Guarda fuori della finestra): E la mezzanotte è vicina... Dio!... Dio!... (Fa stordita qualche passo verso la finestra): La mezzanotte è vicina... (Torna indietro): E se morisse domani?... Le porte dell’inferno domani s’apriranno di nuovo... Domani s’apriranno di nuovo le bolge dei peccatori... Domani le anime cominceranno, come prima, ad esser giudicate... (Cade sulla cassapanca).
Il malato (s’agita). — Dammi un po’ d’acqua...
La voce. — Chiudi la finestra, Giovanna!...
La donna (sta un momento sopra pensieri). — Non muore!... (Sta di nuovo pensierosa): Lo soffoco? (Lo guarda. Il malato respira con difficoltà. S’avvicina, trema tutta. Allunga la mano a prendere un guanciale. Si ferma guarda fiso il malato).
La voce. — Chiudi la finestra, Giovanna...
Il malato. — Perchè gridano?
La donna. — I morti non permettono che muoia...
Il malato. — Perchè gridano?
La donna. — Non permettono...
Il malato. — Perchè grida Gianni?...
La donna. — E la mezzanotte s’avvicina...
Il malato. — Mamma... (La lampada frigge e si spegne scoppiettando; la stanza s’oscura sempre più).
La donna (voltando il capo). — La lampada...
La voce. — Dio!...
Il malato. — Le campane...
La donna. — Non muore... Non può morire... La morte è accanto a lui, ma loro, i morti, non permetton che muoia... Voglion farlo soffrire., soffrir molto... voglion farlo soffrire fino a domani... E la morte non lo può prendere fino a domani... La morte è qui... Sì, proprio qui... È stata lei a spegner la lampada. (Dopo un attimo, girando gli occhi attorno): Morte, dove sei?... Dove?...
Il malato. — Perchè, mamma, c’è tanto sangue nella stanza? (Respira con difficoltà e s’agita tutto): Perchè gridano?... Ahi!...
La donna. — Dove sei?... Non hai più forza?... Non hai più forza, morte?... Non l’hai?... Vieni... Vieni qui!... Te lo dò io... Son io che te lo dò, morte!... Ti aiuto io... Dove sei?... (impaurita): Ah! (rabbrividisce): No... no... non così vicino... Sei venuta troppo vicino...
Il malato. — Mamma...