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Piccolina,
fino a noi
la terra feconda ha riversato luci
dal suo seno, e da quello della notte
milioni di creature a schiere,
che, dopo aver seguito collo sguardo
il corso del sole,
son tornate alla terra.
E, dopo noi,
mondi innumerevoli verranno,
la vita fiorirà in miracoli impreveduti
e chi può sapere
che gioie siderali
vedranno quelli che verranno?

O Kiksikém,
espulsi, cogli occhi chiusi,
dal seno fecondo della terra,
ad essa torneremo senza lasciar orma,
e, davanti alla bellezza futura
delle cui onde nessuna s’estingue,
deboli e soli,
lottando contro la legge appiccaticcia dell’argilla,
noi altro non abbiamo
che, piccolo e fragile,
il nostro amore, che tristemente sorride,
e nulla più.
Poi che tra due mondi
noi stiamo nella notte,
come due stretti a legger lo stesso libro
nei campi, lontano.

(Trad. di Ramiro Ortiz).


I VERSI

di Camil Petrescu

T’ho scritto che ho composto per te
dei versi,
e la tua curiosità non ha più pace...
M’hai trascinato accanto a te sul divano,
su cui cadon tende rosse di velluto,
e vuoi che te li traduca nel mio tedesco buffo
del quale tuttavia
ora non ridi più.

Ascolti cogli occhi,
col nasino,
e colle orecchie piccoline,
e persin la seta del tuo vestito
sta saggia e non fruscia più.