Piccolina,
fino a noi
la terra feconda ha riversato luci
dal suo seno, e da quello della notte
milioni di creature a schiere,
che, dopo aver seguito collo sguardo
il corso del sole,
son tornate alla terra.
E, dopo noi,
mondi innumerevoli verranno,
la vita fiorirà in miracoli impreveduti
e chi può sapere
che gioie siderali
vedranno quelli che verranno?
O Kiksikém,
espulsi, cogli occhi chiusi,
dal seno fecondo della terra,
ad essa torneremo senza lasciar orma,
e, davanti alla bellezza futura
delle cui onde nessuna s’estingue,
deboli e soli,
lottando contro la legge appiccaticcia dell’argilla,
noi altro non abbiamo
che, piccolo e fragile,
il nostro amore, che tristemente sorride,
e nulla più.
Poi che tra due mondi
noi stiamo nella notte,
come due stretti a legger lo stesso libro
nei campi, lontano.