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che queste mie «parafrasi» (non traduzioni), lasciando andare che non rendono se non infitesimamente l’armonia del verso (che non consiste solo nel ritmo, ma spesso nel colorito musicale delle parole stesse) non sono nè possono essere altro che delle «approssimazioni», che, come tali, non rendono che una piccola parte della bellezza dell’originale. Della quale bisognerà pur contentarsi quando non si sa il romeno, e queste mie note informative son destinate — è inutile dirlo — proprio a quelli dei miei lettori che il romeno non conoscono.
Ma di Balthasar credo di dover ancora citare qualche cosa:
FLAUTI DI SETA
di Camil Balthasar
Sai ancora tacere? |
(Dal volume «Flauti di seta». Trad. di Ramiro Ortiz).
Come si vede, il «leit-motiv» della morte continua, nella poesia del Balthasar, anche nei «Flauti di seta». In seguito, la sua ispirazione si calma in un’estasi siderale che ravvicina, in certo modo, a certi motivi del «dolce stil novo», di cui l’autore non conosce — naturalmente — neppur l’esistenza, ma che probabilmente, per via di questi tre elementi: pesia della morte, visione apocalittica del mondo, e sublimazione astrale della