Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 228 — |
ma l’acqua salmastra e calda li respingeva |
(Dal volume «Soaptele amurgului». Craiova, 1920. Trad. di Ramiro Ortiz).
Adrian Maniu è il poeta delle «Figure di cera», dei «Fiori di carta», del «Bicchier di veleno» ed ora della «Strada delle Stelle». Delicato, quasi femminile, un po’ morbidamente sensuale, innamorato di tutte le cose piccole e graziose, mette in bocca a Salomè versi come questi:
Padre, i tuoi cani m’han cacciata dal cortile
|
La sensibilità di Adrian Maniu è squisitissima: uno sciame d’api è per lui «oro e fumo», un canarino morto somiglia a «una foglia secca», i frassini hanno un «odore di topo», le parole della donna amata suonano «come le perle di ghiaccio, che cadon dagli alberi scossi dall’aquilone».
Diamo qui «La lupa» e «Per un uccello morto»:
LA LUPA
di Adrian Maniu
Il sole scrive luci su foglie che il vento rapirà. |