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Tentai io solo col mio arco,
di abbatter Te, o Dio!
Ladro di cieli, mi scelsi la missione
di saccheggiar la Tua forza colle aquile.

(Da, «Salmo». Traduz. di Ramiro Ortiz).


III.

In cielo
batte l’ora di bronzo e di ferro.
In una stella
batte l’ora di velluto.
L’ora di catrame batte
nella torre della fortezza.
Nell’ora di lana
si sente il tempo vecchio
e si straccia
l’ora di carta.
Accanto all’antico epitafio
batte l’ora di polvere.

Questa notte, sorelle,
non ha battuto nessun’ora.

(Da «L’ultima ora». Trad. di Ramiro Ortiz).


I suoi volumi più recenti: «Parole misurate» e «Fiori di muffa» (l’Arghezi ha fatto conoscenza anche colla prigione) rappresentano i due più grandi avvenimenti poetici degli ultimi anni. Uno dei suoi più recenti volumi è «Il libro dei giocattoli», meravigliosi gioielli offerti — prezioso dono natalizio — ai bambini, di cui sa interpretare tutti i desiderii e le aspirazioni.

Nel «Salone ufficiale» del 1929 un bel quadro di quel suggestivo pittore ch’è il Toniță («La bimba del temuto polemista») rappresenta la bambina del poeta.

Guardandolo, mi è sembrato veder la vera anima di Tudor Arghezi:

E la sera, quando i giardini
si copron di veli funerei,
son tutto uno sbocciar di sogni
in un oceano di stelle,
nè so di dove incominciare
la vendemmia del mondo.

(Da «Angelico». Trad. di Ramiro Ortiz).


Di Elena Faragò, squisita anima femminile, la cui poesia è tutta una tela misteriosa di raggi di sole daremo qui due poesie