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s’è riscaldata come un forno pronto per il pane
solo colle spirali del fumo della mia pipa
e col bacio di Madama Autunno, che domani
morrà d’influenza...

(Trad. di Ramiro Ortiz).


PASTELLO MECCANICO.

La monotonia desolante di una mattina piovosa,
carezza l’agonia triste ma grave d’un treno merci
che fischia la sua impertinenza attraverso le valvole tisiche
e sale il pendio colla rassegnazione dei «bemol»,
che muoion sull’arpa
in una cappella funebre,
con odore di fiaccole di cera
e vaghi profumi d’incensi,
«Eau de Cologne»
e cipressi.

Nella valle dell'Olt,
o, forse, in quella della Prahova...
la scena è la stessa da per tutto quando piove.
E la medesima agonia profana
disegna ogni treno merci quando vuol contraffare il volo
dei direttissimi che salgono il pendio con grazie di aeroplani.
Le medesime agonie banali
e il medesimo «trio» di segnali
implorano la pietà della mattina
ed annoiano il viaggiatore...

Monocromia verde:
i monti e gli abeti sembran di cartone —
contraffazione della desolazione e dell’impotenza animale
che spesso sale il Calvario col treno accanto per la strada maestra.
Pastello meccanico, —
aspirazione d’arte nuova
e scienza — Cézanne
forse t’avrebbe dipinto altrimenti,
io però t’ho visto così.

(Trad. di Ramiro Ortiz).


Da questo paesaggio-natura morta passiamo a qualcosa di più intimo:

SECONDA CONFESSIONE

Mi domandi: «Che fai?».
— «Che vuoi che faccia,
più che ascoltare, tacere,