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«Calea Vacărești» (Via Vacaresti) dal nome della contrada abitata dagli ebrei. Osservatore profondo e minuto, si distingue dall’Aderca con cui ha in comune la cerebralità dello stile per una costante e simpatica nota di sentita umanità.

Da «Vita interessante sì e no di un tal Stan».


SAGGEZZA.


— Tempra e cesella il tuo sogno in una casa rustica accanto alla moglie e alle anitre. La primavera ti rinfreschi la fronte colla rugiada delle calme mattine e Testate ti soleggi il petto nudo, bello quando nell’impeto della corsa rompe il vento. L’inverno, accanto alla stufa, ravvisa nelle fiamme gli amori di ieri e le speranze t’infiorino paradisi nella fantasmagoria dei carboni accesi.

Ovvero in città, lontano dal rumore delle vie principali, in un sobborgo con silenzii profondi in ogni pietra, fabbricati una casa pulita: nel suo breve cerchio fa’ riposare il tuo corpo, i tuoi figliuoli, il tuo ricordo...

Semplice e anonimo fra quelli che sono i più e senza nome.

E vivrai come l’erba, e morirai di buona morte.

Stan rispose:

— Così sia!

(Trad. di Ramiro Ortiz).


G. M. Zamfirescu, dopo essersi rivelato con un dramma potente («La signorina Anastasia») in cui ci dà dei quartieri periferici («mahalàle») di Bucarest un’interpretazione nuova agli antipodi di quella del grande commediografo Ion Luca Carageale che ne vide solo gli aspetti grotteschi; pubblicò nel 1931 il suo primo romanzo «La Madonnina delle rose», in cui proietta nel cosmico e circonda di un’atmosfera esasperata di sogno un banalissimo avvenimento provinciale (il suicidio di un delicato essere femminile vittima della brutalità e della gelosia del marito). Ad esso ha fatto seguire «L’amore tra le spazzature ’ (Bucarest, 1933) e «La santa grande svergognatezza» (Bucarest, 1936), prima e seconda parte di una trilogia, in cui forza la nota che gli aveva fatto raggiunger nel primo romanzo effetti suggestivi e rischia di cadere qua e là nel ripugnante, malgrado molte belle pagine e caratteri interessantissimi bene osservati e potentemente espressi. Si nota in lui un potente influsso dei romanzieri russi più recenti e un certo misticismo sensuale di accentuato tipo slavo con tendenza al simbolo e all’irreale, che talora non dispiace, ma