Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/208


— 208 —


soggettivo e quasi autobiografico) «La donna davanti allo specchio». Tuttavia i suoi ultimi volumi: «Concerto di musica di Bach», e il volume di novelle: «Disegni tragici» rivelano una forte, benché un po’ artificiosa e cerebrale tempra d’artista. Nuoce alla prosa rara ed estetizzante della Bengescu lo stile sciatto e pieno dei più crudi neologismi. Ho sempre pensato che questa autrice farebbe meglio a scrivere in francese, lingua che possiede assai meglio che la propria. Esordì nella «Viața romînească» con delle «Lettere di Bianca Porporata a Don Giovanni nell’eternità», che la imposero subito all’attenzione dei lettori e dei critici. Seguirono: «Acque profonde» (Bucarest, Alcalay, 1919); «La Sfinge» (Buc., «Ancora», 1921); «Il Drago» (Bucarest, «Ancora», 1923); «Romanza provinciale» (Buc., «Cultura Natională», 1925); «Le vergini scapigliate» (Buc., «Ancora», 1926); «Concerto di musica Bach» (buc., «Ancora», 1927); «Disegni tragici» (Buc., ibid., 1928); «La strada invisibile», (Buc., Ciornei, 1932); «Il fidanzato» (Buc., Ciornei, 1935).

Il suo fascino consiste in un mistero un po’ grigio, un po’ di giornata di pioggia, o meglio di un giardino abbandonato, un po’ solitario, un po’ malinconico, ma con rosai fioriti veduti attraverso il velo di una pioggerella lenta e triste; ma sommamente armonico, melodioso, suadente nella delicatezza dei toni grigi e violetti meravigliosamente fusi nella tavolozza di questa esploratrice d’ombra, di questa deliziosa pittrice amante della luce crepuscolare.

Da «La donna davanti allo specchio» di Hortensia Papadat Bengescu.

LA PASSEGGIATA DI MANUELA


Le ragazze di magazzino le passavan davanti in fila di tre, di quattro, cariche di scatole di cartone che le sfioravan la gonna. Sentiva gli angoli di quelle scatole nelle gambe.

Servitori dai grembiali verdi ed azzurri la sfioravano o solo le davan l’impressione di sfiorarla, portando tutti dei pacchi di diverse specie. Indovinavi dal rivestimento il contenuto: fragili vasi, statuette portate con cura che tradivan la loro nudità sotto molteplici strisce di carta sottile; scatole di dolciumi; giocattoli gobbi sotto la carta grossa rotta qua e là; toilettes ancora fresche del ricamo dell’ultimo filo di seta; abiti caldi ancora del ferro da stiro; altrettante cause di rimproveri, di parole gentili, d’insulti, di adulazioni, rinfacci, dolori, coperti da una marsina o da un vestito da ballo. Il prezzo dell’amore, dell’ipocrisia, dei debiti, della viltà!