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Popa Ilie. — Dire che cosa?
Il Maestro. — Che fuggì con me col suo consentimento, non perchè l’avessi rapita.
Popa Ilie. — E non hai paura che io ti dica di chiamarla?
Il Maestro. — Sofia!
Popa Ilie. — Lascia la donna alle sue faccende. Oh, oh, oh, che picca!
Il Maestro. — Non è per picca, ma bisogna pur che ci si spieghi...
Popa Ilie. — Che spiegare e non spiegare; son venticinque anni che ci spieghiamo e non ne veniamo a capo.
Il Maestro. — E come potremmo spiegarci se tu mi rinfacci sempre d’averla rubata! Perchè allora non l’hai rubata tu, se la credevi cosa da potersi rubare?
Popa Ilie. — Ma proprio qui sta il punto, vecchio mio! Io non l’ho creduta roba da poter rubare; tu l’hai creduto e...
Il Maestro. — Ancora! Ricominciamo daccapo?
Popa Ilie. — Ricominciamo.
Il Maestro. — Eravamo o no vicini di casa?
Popa Ilie. — Eravamo.
Il Maestro. — Abitava o no Sofia dirimpetto a noi?
Popa Ilie. — Abitava.
Il Maestro. — Siamo o no cresciuti insieme?
Popa Ilie. — Siamo cresciuti.
Il Maestro. — E insieme con Sofia?
Popa Ilie. — Insieme.
Il Maestro. — E poi siamo o no andati ambedue a fare il soldato?
Popa Ilie. — No, Sofietta è restata a casa.
Il Maestro. — Ho detto ambedue, non ambitrè! (1).
Popa Ilie. — Hai detto ambedue.
Il Maestro. — E un bel giorno mi sono o no innamorato di lei? È vero o no?
Popa Ilie. — È vero che ti sei innamorato, ma non un bel giorno.
Il Maestro. — Sarebbe a dire?
Popa Ilie. — Che quello non fu un bel giorno.
Il Maestro. — Per te no, si capisce. Ma per me fu bello! Perchè tentenni il capo? Ti ripeto che fu bello!
Popa Ilie. — Bisognerà sentir che ne pensa comare Sofia.
Il Maestro. — Non cambiar discorso chè oggi ho una voglia matta di litigare. Sicché come dicevo è vero o non è vero che tu ed io non eravamo che due straccioni?
Popa Ilie. — Eri uno straccione.
Il Maestro. — E tu no?
Popa Ilie. — Caro mio, il mio mestiere è di seppellire i morti, non di disseppellirli.
Il Maestro. — Anche tu li disseppellisci dopo sette anni.
Popa Ilie. — Dopo sette, non dopo venticinque, e non ogni giorno come fai tu. E, in fin dei conti, che vuoi da me?
- ↑ Si allude ad una celebre papera di un noto uomo politico romeno, che in un suo discorso si lasciò sfuggire una volta un ambi tre invece di tutti e tre.