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Chirica. — No, queste son cose morte. Ho chiuso, vi dico, i miei denari in una miniera d’oro!
Anna. — E allora... ho capito!
Varlaam. — Hai comprato un ronzino!
Chirica. — Hai indovinato. Ma non è un ronzino. Ho messo le mani sul più bel puro sangue che io abbia visto in vita mia (commosso). Mi son comprato un cavallo. È sempre stato il mio sogno. Da anni me ne struggevo. Pensate... un cavallo! Qualcosa di vivo, di tuo, da poter carezzare, che ti guardi cogli occhi suoi buoni. Possedere, mio Dio, un cavallo!
Anna (dominandosi). — Da oggi in poi dunque possiam dire d’esser ricchi!
Nichita (ironico). — Ti compri un frustino, monti in sella...
Varlaam (c. s.). — E sei a... cavallo!
Chirica. — Ridete pure. Ora come ora, potete ben ridere. Presto però mi darete ragione.
Anna. — E... potrei sapere come si chiama il nostro salvatore?
Chirica. — Faraone II.
Varlaam. — Sciocco, ti sei fatto prender pel bavero!
Anna. — Hai dato tremila lire per quel ronzino?
Varlaam. — Ma benedetto Iddio, caro Chirica, che specie di conoscitor di cavalli sei tu? Io non me ne intendo, ma lo sanno anche i bambini che Faraone II è il re dei ronzini. Mi pare anzi che proprio questo sia il suo soprannome. Domando e dico: è possibile che un padre di famiglia gitti a questo modo il denaro per la finestra?
Chirica. — Dalla finestra l’ho gittato, e dalla finestra mi rientrerà!
Anna. — Te l’ho detto sempre che non hai il senso della realtà, e vivi nelle nuvole! (esce sbattendo la porta).
Varlaam (a Nichita). — Ci sono stato qualche volta anch’io alle corse. Ed ho visto Faraone II cogli occhi miei. Un ronzino tutt’ossa, da far pietà. Una bestia ridicola che arriva sempre l’ultimo per centinaia di lunghezze, destando l’ilarità di tutti. (A Chirica)-. Ti sei proprio reso ridicolo. Quando si saprà che s’è trovato qualcuno tanto dolce di sale da comprar Faraone II, sarà un riso universale.
Nichita (a Chirica). — E questo sarebbe... il brillante affare che hai concluso?
Varlaam. — Vuoi un consiglio proprio da amico? Vattene dall’antico padrone del cavallo, dagli qualche migliaio di lei di guadagno che non si sappia che sei stato tu a comprargli il ronzino e pregalo di riprenderselo e ridarti indietro il denaro.
Chirica. — Si vede che non te ne intendi!
Varlaam. — Sarà, ma ricordo d’aver letto cogli occhi miei nella «Gazzetta dello Sport» (e non una sola volta) che sarebbe da parte del proprietario un atto di pietà il togliere una buona volta dalla circolazione Faraone II.
Chirica. — Non te ne intendi. Ma mettiamoci a sedere e parliamo con calma. (Seggono tutti e tre). Caro mio, non si può dire che il giorno della mia nascita l’Onnipotente sia stato con me troppo generoso, ma una cosa me l’ha concessa: vedo (a Nichita). E non meravigliarti se ti dico che lo sapevo che saresti venuto e mi avresti detto quanto mi dici. T’avevo visto.
Nichita. — M’avevi visto?