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Oggi hai parlato di me con affetto. Pensi a noi. Hai bisogno di consolazione. Aprimi l’animo tuo, parla. Noi uomini, tutti quanti siamo, pecchiamo. Chi è puro davanti al Signore? Hai errato anche tu. Ti si perdonerà, si dimenticherà. Ma parla, di’ una parola; (guardandola con compassione). Quanto diversa sei da una volta, quanto sei cambiata, bambina!

Lelia. — Le ore di dolore han maturato l’anima mia. In sei settimane io ho vissuto anni intieri. Giorno per giorno, ora per ora ho sofferto ed ho pensato. Non sono più una bambina spensierata, son cambiata davvero. Ti leggo negli occhi, nonno, che hai pietà del mio corpo indebolito e dell’anima mia che ti sembra smarrita. Te ne prego, non mi tormentare inutilmente. Abbi pietà anche della mia vita.

Manasse. — Non viviamo solo per noi. Il dovere dei figliuoli è d’ubbidire ai genitori.

Lelia. — I genitori non mi chiedan l’impossibile. Anche l’ubbidienza ha dei confini.

Manasse. — Lea! Anche la disubbidienza ha confini. Dove ti trovi? In qual casa sei? Una ragazza in casa di un uomo straniero! In qual mondo eri per entrare? Lo conosci tu quel mondo, tu ebrea? In quel mondo lo spirito dell’odio scende dal cielo e arde sulla terra e fiammeggia negli occhi degli uomini. Odio distruttore contro di me, contro di te, contro tutto quanto è ebreo. Uccidi un uomo? Se sconti la pena, sei perdonato. Se nasci ebreo, anche se fossi angelo di Dio, non ti si perdona. Tu non lo sai. Sei stata educata in casa, difesa e tenuta lontana dai fulmini avvelenati dell’odio. Tu non sai come bruciano. Ma domandane a me, raspa tra la cenere dei morti, leggi in viso ai vivi e quando urla il vento tendi l’orecchio e ascolta con attenzione: udrai gemiti di ebrei. Io non istò qui solo come tuo nonno. Sono il tuo giudice. Per bocca mia ti chiama tutto il tuo popolo, tutta la tua razza perseguitata e ti parla in nome del Dio de’ tuoi padri che vuoi rinnegare.

Lelia. — Io non rinnego il Dio de’ miei padri. Un solo Dio esiste e un solo sole splende sugli uomini e ciascuno dice che è il suo Dio e il suo sole. Il Cielo ci manda il bene: la luce e la rugiada e la pioggia fecondatrice. L’odio non viene dal Cielo. L’odio nasce in cuori meschini lontani dal sole. Gli Dei son buoni; son gli uomini che son cattivi. Noi donne e soprattutto noi donne ebree dobbiamo portare il messaggio dell’amore nel mondo e cancellare ogni traccia della maledizione antica che divide gli uomini in due campi nemici. Quand’ero bambina mi prendevi sulle ginocchia, nonno, e mi dicevi sagge parole, zampillate dalla profondità dei tempi. Dalla tua bocca, nonno, ho udito che dovunque si raccolgono due uomini buoni ivi Dio è con loro e li benedice; così sarà di noi due se ci benedirà l’amore. Sii buono e indulgente con me, nonno.

Manasse. — Buono e indulgente! Ti sembro cattivo e crudele. Uccellino poveretto caduto dal nido! Credi che da per tutto debba esser così caldo. Non è caldo. Quel mondo è freddo per quelli della tua razza. Perchè c’è stato uno che ti abbia parlato dolcemente hai dimenticato d’esser ebrea. Non fare attenzione alle parole. Le parole sono d’amore, la realtà è odio. Bambina smarrita nel buio della notte! Vedi un chiarore e credi sia un focolare ospitale. Son gli occhi del lupo che brillan di desiderio della preda. Che cosa credi ch’egli ami in te? Il tuo bel cuore di ebrea? No! Sei bella, Lea! Dio ti ha dato in eredità la bellezza delle nostre mamme di un tempo