Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/195


— 195 —

e tutta la forza misteriosa avrei dovuto capirne.
Che è una tradizione? Una legge! Diciam pure una legge antica!
Buona certo a’ suoi tempi, ma che non può adattarsi
a quanti, col volger de’ secoli, nacquero dopo essa.
È una catena al piede che l’avanzar ci toglie
e perciò ben feci, durante il saggio mio governo,
quando la infransi per l’awenir della patria.
Voi, chiusi da secoli nei vostri confini angusti,
non supponete neppure che la faccia del mondo fosse cambiata
e, a voi soli guardando, v’immaginate
che, se i Romeni restan fermi, nessuno progredisce.
Ma io voglio dal sonno il vostro paese destare,
e incamminarlo verso occidente dov’è luce e scienza.
L’anima sua insozzata dallo scisma, lo spirito recalcitrante
nell’acqua del battesimo vo’ redimere in eterno.
Che m’importa se uno scopo così grande e così santo
a voi par sia raggiunto a troppo caro prezzo?
E se acquisto Făgăraș, un così gran ducato,
perchè discutere su una pura forma, un apparente atto d’omaggio?
E se di questo mio governo il paese è stufo,
a me che importa? Fo quel che voglio; ed anche ciò è tradizione.
Si mura pur d’orgoglio e delle sue lagrime si disseti,
tengasi la sua tradizione, ma non me la gitti fra i piedi
ch’io la calpesterò.

Miked:

Non si calpestano i secoli passati,
non si calpesta la trama della storia.
Regina, la tradizion degli avi è assai più che legge;
il sovrano che il suo paese conosce, dal suo seno esprime
usi d’ogni specie, bisogni svariatissimi,
slanci, desiderii vivi, odii, passioni, necessità imperiose,
e le sceglie, le plasma, le fonde, le trasmette
e le versa come nel letto d’un fiume nei suoi discorsi ai sudditi;
di queste parole, grandi parole di sovrani eccelsi,
tesse poi attraverso il tempo le sue leggi il popolo
che la tradizion degli avi ha nel cuor sempre viva.
Dal seno della madre a goccia a goccia il lattante la succhia,
gliela racconta l’antica leggenda narrata dalla nonna,
la «doina» melanconica, quando è giovin, gliela canta,
l’arco e la mazza ferrata appesa alla parete
gliela ricordan quando ha forza di maneggiare un’arma,
la vede scolpita nelle sacre pietre dei sepolcri,
e, nel crociato emblema del suo paese ravvisandola,
la fonde per sempre colla sua fede in Dio.

(Trad. di Ramiro Ortiz).


Da «Manasse» di Ronetti-Roman.

Manasse.Lea! Tu guardi in basso, non hai il coraggio di alzare lo sguardo. Vieni qui bambina, vieni da me. Non voglio farti rimproveri, no.