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— Lo so; ho parlato ieri colla madrina.
— Il porco che fa?
— Fa... bene.
— Ha da mangiare?
— Gli avanzi del rancio.
— Gli bastano?
— Ne resta abbastanza.
— Perchè ne resta? Non è buono?
— È buono, ma ai soldati non piace.
— Hai altro da dirmi?
— Niente... Fate fare un rapporto perchè ci diano altri due uomini.
Non abbiamo più con chi fare il cambio della guardia.
— Ma dove sono gli uomini?
— Non lo sapete?... Quattro alla vigna, due da voi. a casa, uno...
— Fa’ un po’ di economia, Văcàr. Prendi quello del porco e fagli pascere anche i tacchini...
— No, quello lasciatelo stare dove si trova, chè ci sta bene. Se poi muore il porco, bella figura che ci fo io...
— Hai ragione anche tu. In fin dei conti, lascia le cose come stanno. Non è colpa nostra se dalla Divisione non ci danno gli uomini necessari!...
— Ce ne han chiesti anzi anche dalla Brigata...
— Questo poi!... Ma dici davvero? Cose proprio da pazzi!... Non si rendon conto che... Tu, giovanotto, che vuoi?
— Con rispetto, signor comandante, — dice con parole strascicate, soffocato dall’emozione, un soldato dall’aria melensa, mettendosi sull’attenti, colle scarpe tutte a brandelli. — Io, soldato Gurgui Nastase sono uscito a rapporto perchè mi diate il permesso di andare a casa in licenza, chè non ci sono stato dal Natale dell’anno scorso ed ho padre vecchio, e madre vedova ed altri fratelli non ho, chè son piccini, e non solo...
— Silenzio! E la guardia alla caserma chi la fa? Il Metropolita? Escimi fuor dai piedi, poltrone!
(Trad. di Ramiro Ortiz).
Mircea Damian, umorista amaro e sarcastico nei volumi «Io o mio fratello?» (Craiova, «Ramuri», 1924) e «Due uomini e un cagnolino» (Bucarest, «Cugetarea». s. d.), il cui umorismo un po’ alla Mark Twain, basato su situazioni assurde artificiali e meccaniche appar costruito a freddo e perciò assolutamente privo sì d’osservazione che d’umanità; nei suoi più recenti volumi «La cellula numero 13» (Bucarest, «Vremea», 1932) — interessante descrizione della prigionia sofferta per un suo coraggioso articolo in cui protestava contro i troppo numerosi incidenti automobilistici di un altissimo personaggio di cui rimanevan vittime 1 passanti — «Di traverso» (Bucarest, «Alcalay», 1936) e «Uomo» (Bucarest, «Alcalay», 1936); si rivela uno dei più interessanti e originali romanzieri romeni contemporanei. Ribelle e ina-