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servatore profondissimo, pieno di particolari desunti dal vero, ma selezionati da grande artista, felicissimo nella «punta finale; il Brăescu non è solo un osservatore della vita militare, ma anche di quella dei contadini che ci presenta oggettivamente coi loro vizii e le loro virtù (allontanandosi in ciò dal «seminatorismo») e della piccola borghesia romena. Nè è soltanto un umorista. C’è nella sua arte un elemento di tenerezza discreta, ma profondamente sentita ed affiorante delicata e poetica anche di sotto il velo pudico dell’ironia; che, coltivato, potrà purificare (come il lirismo del coro nella commedia greca) quel tanto di crudo e di volgare che è fatalmente connesso al comico. Non conosco in nessun altro scrittore nulla di più delicato dei «Ricordi d’infanzia» che il Brăescu vien pubblicando (1) nelle colonne della «Revista fundațiilor regale» e credo che abbia da guadagnare, non da perdere uscendo dal campo del puro umorismo e abbordando il romanzo di costumi. I capitoli del suo nuovo romanzo «I signorini», che ricordo aver uditi leggere da lui (meraviglioso lettore!) nel cenacolo dello «Sburătorul», ne son la prova migliore. Ciò non vuol dire che, ora come ora, il nome del Brăescu non s’immedesimi con quei veri gioielli d’arguzia che sono: «Viene il signor Generale colla signora», «Due volponi», «I cani di guerra», «Le due scuole», «La legge del progresso», «Il ballo della Prefettura» e tanti altri piccoli e grandi capolavori (fra cui il recente romanzo «II general Passaguai», il cui solo titolo ci fa ridere, ricordandoci le nostre più allegre ore di lettura, e, meglio ancora, il godimento spirituale squisito di quando, nel cenacolo dello «Sburătorul» abbiamo avuta la fortuna di ascoltarli dalla voce stessa dell’autore, lettore insuperabile, pieno di abilità e di malizia.

L’ISPEZIONE DEL COMANDANTE

di Gheorghe Brăescu


Sulla strada maestra di Cotroceni soldati cenciosi, sentinelle bene equipaggiate, corvées di uomini sudati, a piedi o su carri tirati da muli nostalgici, s’incrocian con cavalleggieri, carretti di lattai, carrozze di comandi guidate alla carlona, automobili rovinati che passano a grande velocità. Nuvole di polvere gigantesche oscuran l’aria, s’innalzano, si spandono, si dis-

  1. Riuniti ora in volume col titolo di Amintiri (Bucarest, «Cartea Românească», 1937).