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slancio, ha, nella sua prima fase «seminatorista», sonetti deliziosi ispirati alla vita di campagna e ai costumi nazionali romeni. La figura del bifolco, che, sotto la tettoia della capanna, arrota soprappensieri la scure, quella del «boiardo», che, a capo della scalinata, dà gli ordini al colono e distribuisce il lavoro agli assalariati, chiama in fretta il fattore e gli domanda se ha cominciato la falciatura della segala («se la falce è entrata nella segala»); della principessa, che, amando contro la ferrea volontà paterna, ne teme i fulmini e crede
- veder già un calesse
- salir pian piano verso il monastero;
son vive e sentite e per di più disegnate con rara abilità ed eleganza di tratto. Poeta eminentemente classico nel culto della forma esteriore del verso sapientemente cesellato, dalla rima rara, abbondante e spontanea; le sue poesie, anche filosofiche, han tutte il decoro e il nitore di una nobile materia perfettamente dominata, lavorata e condotta alla massima finitezza formale.
Nel gran romanzo di costumi bucarestini «Il Purgatorio», di cui riportiamo una pagina, il Moldovanu non riesce che raramente a dar vita alle sue figure, che appaiono un po’ troppo ricalcate su quelle della realtà attuale e che perciò c’interessano fino a un certo punto. Bisogna però tenergli conto del tentativo coraggioso di darci un romanzo cittadino ben più difficile di quello rusticano che, dopo «La vita in campagna» di Duilio Zamfirescu e la splendida e feconda opera del Sadoveanu, ha ormai la sua tradizione letteraria; e della creazione di un dialogo romeno di salotto; mentre nei salotti romeni d’ordinario non si parla che... francese! E questo è molto di certo. Pagine degne di antologia non mancano in questo romanzo (che nella seconda edizione ha ottenuto un gran successo) ed anzi son copiose. Squisita e magistralmente scritta quella che riportiamo tradotta, in cui si descrive il rito pasquale della «Risurrezione» in una chiesa ortodossa della capitale, frequentata dall’aristocrazia. La fine purificatrice di questo romanzo, in cui tante brutture cittadine sono descritte a colori volutamente crudi, impressiona ed eleva (1).
- ↑ Opere: Fiamme, poesie. Bucarest, Tip. «Eminescu», 1907. — Il cantico dei Cantici, poema biblico. Bucarest, «Minerva», 1908. — Poesie. Buc., Socec, 1908. — La Città del Sole ed altre poesie. Buc., Socec, 1910. —