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Monica sorrise, — e arrossì, respirando profondamente. La bambola le somigliava. Aveva gli occhi neri, le ciglia compatte, una fossetta nel mento. Aveva dei riccioli biondi..., ma corti. Povera bambola! I suoi capelli non potevan servir da briglia a Danùz. — Ma sei così ben vestita! — la consolò Monica.
Rasserenata, tolse la candela dal comodino e la posò sullo scrittoio. Tutto era pronto fin dal giorno prima: e l’asticciuola col pennino nuovo, e l’inchiostro, e la lettera; una lettera di quelle minuscole, piccola come la cartina di una sigaretta, colorata, con un trifoglio sulla busta.
Lentamente, con una calligrafia appassionata, scrisse sul fogliettino a due righe:
«Monica ama Danùz con tutto il cuore...».
Sette vecchie parole su d’un fogliettino azzurro, sette cieli tropicali immensamente stellati.
Finito dì scrivere, si riposò, rilesse, ed aggiunse in lettere piccolissime: «Non andare in collera, Danùz!».
La vestina bianca della bambola aveva un solo segreto: una piccola tasca per la lettera d’amore. L’anima di Monica era bianca come la veste della bambola.
(Ionel Teodoreanu, A Medeleni. Trad. di Ramiro Ortiz).
Corneliu Moldovanu, n. a Bârlad (Moldavia) il 15 agosto 1863, ha fatto i suoi studii al «Liceul Internat» di Iași e all’università di Bucarest. La sua attività letteraria è svariata: poeta, romanziere, critico teatrale, giornalista. Ha preso parte alla fondazione delle riviste: «Pagoda Literară» ( «La Pagoda Letteraria») e: «Făt-Frumos» ( «Il Reuccio») della sua città. È stato critico teatrale dei grandi quotidiani: «Universul» («L’universo») e: «Viitorul» ( «L’Avvenire»). Per qualche tempo ha occupato la cattedra di «Letteratura Drammatica» al «Conservatorio di Musica e Arte Drammatica» di Bucarest. Più volte Direttore del «Teatrul National» di Bucarest, ha inaugurato l’epoca delle fastose messe in scena, come p. es. quella del «Faust» goethiano e nello stesso tempo dei bilanci attivi, equilibrando da ottimo amministratore le entrate colle uscite. È stato anche più volte Presidente della «Società degli Scrittori Romeni» (SSR).
Cultore del poemetto filosofico di tipo eminesciano, flaubertianamente estetizzante nel «Negoziante d’aromi», novella più lirica che narrativa e che però è da mettere colle poesie, Cornelio Moldovanu, «seminatorista» e descrittivo da principio, finì sotto l’influsso di Eminescu e del Cerna, e della critica razionalista dal Dragomirescu, col cader nella poesia filosofica, che trattò con dignitosa e spesso raffinata eloquenza. Poeta un po’ privo di