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Monica s’avvicinò alla signora Deleanu, le baciò la mano e disse piano, guardando a terra:

Tante Alice, ti prego il permesso di andare a letto.

— Ti senti male, Monica?

— No... ho solo un po’ di mal testa.

Non vorrei che ti fossi raffreddata. Bene. Va’ a letto. Danuz, licenziati da Monica.

— Perchè? — domandò Danuz, fermandosi contrariato.

— Perchè tu parti domattina prestissimo e Monica dormirà ancora. Su, bambini, baciatevi!

Monica tese le labbra; Danuz la guancia.

«Non mangio più in vita mia il ”cataif„ — pensava Danuz, sottraendo la guancia alle labbra di Monica, il cui alito gli aveva ricordato l’odiato sapore dolciastro della panna. E tenne la parola, lasciando per ora non baciato e rosso di vergogna il viso di Monica sotto gli occhi suoi indifferenti.

Monica chiuse la porta. Accese la candela. Tirò una seggiola accanto al canterano, e, salita su di essa in punta di piedi, prese un pacco avvolto in della carta velina. Rimise a posto la seggiola. E, invece di spogliarsi lei, cominciò a spogliar la bambola: Monica piccola.

Per due notti di seguito, dopo che Olguzza s’era addormentata, Monica aveva lavorato a una vestina bianca di seta — il contenuto dell’involto nascosto sul canterano — che la bambola avrebbe dovuto indossare invece di quella di seta nera che la bambola aveva portato senza interruzione dal giorno della morte della nonna... fino alla partenza di Danuz.

Le infilò prima le calze e le scarpette bianche, togliendole all’altra bambola avuta in dono dalla signora Deleanu. Quando fu venuta la volta della vestina, le dita di Monica tremarono più forte... Se non le stesse bene? se fosse troppo corta? «Dio, fa’ che le stia bene! Dio, fa’ che le stia bene!».

Le abbottonò l’ultimo bottone dietro le spalle e la pose sul tavolino da notte sotto la luce della candela.

— Dio quanto è bella!

Grassoccia, troppo rossa in viso e rigida nella sua attitudine ridicola, la bambola sembrava una miniatura di contadinotta in abito da sposa davanti al fotografo.

— Monica, tu sai perchè nel «basm» Făt-Frumos bacia Ileana Cozinzeana? Perchè Ileana Cozinzeana era bella, come bella era la bambola vestita a festa colla sua vestina di seta bianca.

Le guance di Monica ardevano. Il cuore le batteva forte. E quasi quasi le veniva da piangere, guardando la bambola, ch’era tanto bella, mentre lei...

Si guardò allo specchio. Vedendo la sua vestina nera e le scarpe impolverate, chinò gli occhi a terra. Non si guardò in viso.

Era troppo bella la bambola... E Danuz, e Danuz, — il cuore di Monica batteva come dopo una corsa — e Danuz si sarebbe innamorato della sua bambola.

Scotendo il capo, incominciò a spogliarsi in fretta. Si mise la carnicina da notte, si disfece le trecce, prese la bambola per le due mani, e, stringendola al petto, si guardò di nuovo nello specchio.

La bambola aveva la vestina bianca...

Monica aveva la camicia bianca...

La bambola aveva i riccioli biondi...