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Capitolo VII.


LETTERATURA CONTEMPORANEA (1).


Al «seminatorismo» ed a quella sua varietà posteriore che fu detta «poporanism» (popolarismo) ed ebbe il suo critico in Garabet Ibăileanu (1878-1936) e la sua rivista nella «Viața Romînească» (La Vita Romena); si opposero da principio alcuni poeti quali Duiliu Zamfirescu, il cui discorso inaugurale all’«Accademia Romena» fu tutta una carica a fondo contro non solo il «poporanism» ma persino contro la poesia popolare; Alexandru Macedonski (18g4-1920), i cui due volumi di poesie: «Fiori sacre» (Fiori sacri) e «Cartea nestematelor» (Il libro delle Pietre Preziose) anticipano il simbolismo; e, in certo modo, l'Anghel, il cui spirito raffinato rifuggiva naturalmente dalla primitività della poesia popolare; finche Ovid Densusianu (18731938) professore di filologia romanza all’università di Bucarest e delicato poeta egli stesso (sotto lo pseudonimo di Erwin) con una lotta strenuamente combattuta per venti anni di seguito, nella sua rivista «Viața Nouă» (La Vita Nuova), affermò i diritti della nuova scuola simbolista, seguito più tardi da Eugen Lovinescu (n. 1881), allievo del Faguet ed impressionista dapprima, poi decisamente «modernista», che, nei suoi volumi: «Critice», «Istoria Literaturii Române Moderne» e nella sua rivista «Sburătorul», organo del cenacolo del medesimo nome; è anch’oggi il capo riconosciuto della letteratura romena d’avanguardia. Menzioniamo qui la critica «sociale» di C. Dobrogeanu-Gherea

  1. Per la redazione di quest’ultimo capitolo mi sono in parte servito, col consenso della casa editrice, che ringrazio vivamente, di quanto avevo già pubblicato sull’argomento nel mio volume «Varia Romanica» (Firenze, «La Nuova Italia», 1933, pp. 436-489). Naturalmente ho aggiornato la materia, aggiunto una ricca esemplificazione delle opere in prosa, aumentando il numero delle poesie tradotte e introdotti tutti quei cambiamenti e correzioni che mi son parsi necessarii, incominciando dal piano generale che non è più il medesimo.