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Anticamente, in tempi di più ampio respiro,
eri anche tu «haidùc», o vegliardo!
Quando perfidi Signori giuravan sulla spada
d’infranger la nostra santa legge,
tu, fratello dei nostri pianti,
e delle nostre rivolte fratello,
muggivi nella forza dolorosa
della tua terribile ira

Come stupefatti trasalivano
nei loro ludi vittoriosi
gli eserciti dagli elmi di rame
ed i sauri dalle redini dorate,
quando al tuo paterno richiamo
irrompevan dai boschi nelle radure
stringendo la scure sotto il braccio
i figli della fiera Cozinzeana.

In frantumi cadeva il rame degli elmi
e ne esultava il bosco valoroso:
e tu, fratello, gran maestro di vittoria,
rompevi gli argini potenti
e rosseggiante in volto
passavi attraverso i flutti profondi
curvando indomita
la tua superba cervice di onde!

Gloriosi attimi del tempo
da tanto tempo la vostra vita è sepolta...
Impotente, vecchio Olt, appari anche tu oggi,
che con catene t’avvinse l’Imperatore.
E come l’onda tua oppressa gemiamo
anche noi, tuoi buoni amici,
ma, anche se tutti dovessimo morire,
tu, Olt, vendicaci!

Inonda con la tua impetuosa massa d’acqua
la distesa dei campi dorati;
scompaia la terra che porta
il nostro tesoro divenuto straniero;
la cenere dei nostri corpi
rapisci dalle tombe dove ci seppelliranno;
raccogli tutte le tue acque
ed emigriamo in un’altra terra!

(Trad. di Ramiro Ortiz).


I VECCHI,

Perchè m’avete mandato lontano da voi,
perchè m’avete mandato lontano da casa?
Fossi rimasto garzone all’aratro,
fossi rimasto alla falce!