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Cuore, sii paziente
come la terra sotto i piedi,
finche la cavrioletta biondina
tomi di nuovo al prato
col suo cavriolo.

(V. Alexandrì, Poeziile populare ale Românilor. București, «Minerva», 1908, p. 15. Trad. di Ramiro Ortiz).


IV.


Fronda verde, foglia stretta,
«bàdea» (1)
se nè andato alla «pusta»
a falciar l’erba nella rugiada.

La falce gli si spezzi in due
e a casa presto se ne torni,
che vorrei mi baciasse.

(Folklor din Maramureș, cules de Gh. Reba in «Adevărul Literar» del 3 luglio 1938. Trad. di Ramiro Ortiz).


COLINDE


Su, levati, buon signore
(fiori bianchi di melo),
e fa accendere un bel fuoco
come si conviene a boiaro.

Ed accendi la candela,
(fiori bianchi di melo),
che quei che vengon da te
non son gente da nulla;

ma sono i giovani colindatori,
(fiori bianchi di melo),
e con essi c’è il Signore Iddio,

e cantano alla finestra
(fiori bianchi di melo),
”Santa è questa sera,

non è una sera qualunque
(fiori bianchi di melo),
ma è la sera di Natale,

quando nasce Gesù Bambino,
(fiori bianchi di melo),
Gesù Bambino su questa terra.

  1. Badea è appellativo affettuoso e insieme rispettoso. Si potrebbe tradurre: «fratellino maggiore».