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Poi, svelta come una trottola, si slanciò verso di me e mi saltò in braccio; con una mano m’afferrò un baffo e con l’altra mi cinse il collo, sì che la scorza di cocomero mi arrivò proprio davanti alla bocca.

— «Mangia, fratellino maggiore, anche tu, vedrai quanto è buono — disse, e mi pose tra le labbra la scorza, in cui era rimasta appena un po’ di polpa.

— Ah, davvero che è buono! — dissi, dandovi un morso — si vede, Fiorina, che di qui è passato il tuo musino rosa e i tuoi dentini di sorcetto!

E, colpabilità di un «cow-boy», buttai la scorza sulla nuca di una ragazzina. Mi lasciò andare il baffo, mi circondò il collo con ambedue le braccia, ficcò la sua testina di rondinella sotto il mio cappellaccio e mi baciò rumorosamente sulla fronte.

— Ti voglio bene assai, fratellino maggiore! — disse tirandosi indietro un tantino, appoggiandosi a tutte e due le mie spalle e guardandomi negli occhi con una specie d’estasi strana per una bambina di appena dieci anni.

— Non è vero che anche tu mi vuoi bene?

Un sorriso amaro mi passò sulle labbra, gli occhi mi si inumidirono e la voce mi si spense nella gola.

— Di nuovo piangi, fratellino maggiore?

— No, Fiorina, mi batte il sole negli occhi...

— Sei un bugiardo, fratellino maggiore, il sole ti batte alle spalle; ti è successa qualche disgrazia?

— Ti dirò la verità, Fiorina: mi duole il capo.

Con tutte e due le sue piccole mani ancora umide del succo del cocomero, mi carezzò delicatamente e con grazia la fronte e... cancellò lei stessa e... per sempre il bacio che mi aveva dato con tanta innocenza.

(Trad. di Ramiro Ortiz).


Con Dimitrie Anghel (1872-1914) e Stefan Octavian Iosif (1877-1913) usciamo definitivamente dalla corrente «juminista» e delle «Convorbiri Literare» per entrare in quella del «Semănătorul» (Il seminatore) rivista letteraria fondata nel 1901 dai poeti Gheorghe Coșbuc e Alexandru Vlăhutză, ma diretta in realtà da Niculae Iorga che ne fu il critico e l’orientò verso un sano tradizionalismo, anzi nazionalismo letterario.

Di questi due poeti così diversi e che pur collaborarono insieme per parecchi anni il solo Iosif può ritenersi appartenere veramente al movimento «seminatorista»; l’Anghel, più raffinato, deve invece considerarsi come un precursore del «simbolismo».

Le poesie di Iosif s’intitolano «Patriarhale» (Patriarcali) e «Poezii și Credinți» (Poesie e atti di fede). Sono quasi tutte ricordi d’infanzia (Nucul, Revedere, Adio) e rievocazioni di tempi passati (E mult de atunci, Bunica, Fusul, Cucoarele). Al-