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— «Ma... dimmi un po’: quanto gli dai?».

— «Gli dò dieci marenghi all’anno, due pacchetti di tabacco per settimana; un paio di pantaloni, un cappuccio di lana, un berrettone di pelo e da pranzo ogni giorno».

— «Pesce e formaggio» — disse Matei, ricordando.

— «E che vorresti che gli dessi? Cioccolattini?».

— «No, certo...».

— «A casa sua mangia polenta asciutta, quando ne ha».

Matei guardò suo zio dispiaciuto.

— «Ho dimenticato di dirti:...e cioce quante ne vuole!».

— Perchè tanto spreco di cioce?» — domandò il giovane non senza una velatura d’ironia.

— «Perchè bisogna che cammini a piedi. È una cosa richiesta dal suo mestiere».

Poi, accorgendosi che suo nipote non era troppo convinto della felicità del guardiano e dell’abbondanza del suo trattamento, aggiunse:

— «Sta’ pur sicuro che il vero uomo felice è lui, non tu, nè io. Del resto te ne convincerai da te. Non affrettarti a giudicare, chè le cose, da vicino, si vedon diversamente che da lontano. Abbiamo anche qui dei vagabondi che empion loro la testa di sciocchezze; ma, fino ad ora, da me nessuno li ascolta».

— «Socialisti?».

— «E come no?».

Matei cominciò a ridere.

— «Figurati se non ce ne sono anche da queste parti!... Ma lascia che me ne capiti uno nelle mani e ti so dire che gli farò assaggiare il bastone in modo che se ne ricorderà per un pezzo!».

Matei rideva sempre più di gusto, vedendo come il vecchio si mantenesse sempre vigoroso e autoritario come a’ suoi bei tempi.

— «Il bastone?».

— «Il bastone, sicuro! Una buona bastonatura, ai piedi dello scalone» 1.

Il giovane seguitava a ridere scotendo il capo in segno di dubbio.

— «Sull’onor mio: una buona bastonatura! Tu ridi, ma io ti dico le cose così come sono in realtà. Aspetta e vedrai. Possiedi la tua parte di terra, quella della dote di tua madre; se ti piacerà occupartene, avrai occasione di toccar con mano quello che ti dico».

Mentre parlavano un uomo a cavallo passò davanti alla carrozza veloce come una freccia. Era Tanase Scatiu, che faceva la corte a Tincuzza, cercando farle ammirare il trotto del suo cavallo che era una vera meraviglia. Colla tesa del cappello abbassata sugli occhi, col fazzoletto che gli svolazzava al collo, egli si teneva a cavallo con grande abilità, caracollando di sbieco in modo birichino. Era ridicolo perchè troppo alto e non più giovane da potersi permettere queste pose.

  1. Come ai tempi in cui i «boieri» amministravan la giustizia sulle loro terre dall’alto della terrazza cui faceva capo la scala esterna per cui si accedeva alla casa. Ai piedi di questa scalinata, tra due «arnauti» (specie di guardie albanesi) stava l’incolpato che, dopo la sentenza del «boiero», era punito con un certo numero di colpi di bastone a seconda della gravità della colpa.