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o senza alcun freno... (s’imbroglia, suda, inghiaile la saliva), di modo che si presenta a questo punto l’occasione di domandarci: Perchè?... Sì... perchè?... Se l’Europa... dovrà esser cogli occhi fissi su di noi, se posso esprimermi così, forse potrà colpire la società, cioè a cagione dei subbugli, delle idee sovversive (continua a sudare e smarrirsi sempre più) allora, tu mi capisci, alla fin fine, gl’ideali per cui in ogni occasione solenne ha sempre dato prove di tatto... voglio dire... in certo senso... il popolo, la nazione, la Romania... (con forza) la patria, infine con un buon senso, che, per l’Europa che da un momento all’altro doveva riconoscerci come nazione, da cui possiam dire dipende... (s’imbroglia e suda sempre più) come per esempio... (si passa il fazzoletto sul volto) come per esempio nel ’21, con permesso (si passa il fazzoletto sul volto in sudore) nel ’48, nel ’35, nel ’54, ’64, ’74 e similmente nell’84, ’94 eccetera, per ciò che ci riguarda... e per dare un esempio alle nostre sorelle, di razza latina però! (Tutto in sudore si passa sulla fronte il fazzoletto e respira con difficoltà. Trachanache che ha finora battuto il tempo delle tirate oratorie di Farfuridi, sorride agli applausi che dal fondo della sala salutano l’oratore e vengono naturalmente dal gruppo de’ suoi amici politici. Risate e zittii dal gruppo di Catzavencu. Il campanello di Trachanache a mala pena s’ode. Dopo un po’ di tempo, quando la sala è tornata in una relativa quiete, Farfuridi continua con fuoco): Permettano! Sto per finire! Non mi restano solo che due parole da dirvi (il chiasso diminuisce). Ecco qual’è la mia opinione (lotta strenuamente con la stanchezza che l’opprime). O l’una cosa o l’altra, mi permettano: o la Costituzione si rivede, accetto, ma, a patto che non si cambi nulla; ovvero non si rivede, accetto, ma, in questo caso, si ritocchi qua e là, soprattutto nei punti essenziali... Da questo dilemma non potete uscire... Ho detto.
(Trad. di Ramiro Ortiz).
Da «O făclie de paști» di Ion Luca Carageale.
RIASSUNTO. — L’ebreo Leiba Zibal, oste in una località di malaria e sempre febbricitante, è stato minacciato da un suo garzone che ha dovuto licenziare, che si sarebbero riveduti il Sabato Santo. In preda al terrore veglia tutta la notte e concepisce un piano diabolico per difendersi, prendendo in un nodo scorsoio la mano che Giorgio introdurrà attraverso l’apertura praticata col succhiello e la sega nella grossa porta di legno dell’osteria, per togliere la barra di sicurezza:
«Un grande succhiello si sentì rodere i tessuti della vecchia asse di quercia... Zibal ha bisogno di sostenersi; appoggia la mano sinistra alla porta e con la palma destra si copre gli occhi.
...Era facile comprendere l’intenzione: quattro buchi nei quattro angoli di un quadrato; tra questi la sega tira le linee; nel centro del quadrato sta già infitto il succhiello. Quando il pezzo è completamente segato, lo si tira fuori; e, per il vuoto rimasto, una mano forte si introduce; afferra la trave, la toglie via e... i «goi» (1) sono nella casa di Leiba.
Lo stesso succhiello tra qualche momento, sarà lo strumento di tortura di Zibal e de’ suoi...
- ↑ Miscredenti, cristiani.