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Diamo come esempio di «basm» il principio di quello intitolato «Giovinezza senza vecchiaia e vita senza morte»:

C’era una volta, al tempo dei tempi, che se non fosse vero non si racconterebbe, quando il pioppo portava le mele e il salice le violette, quando i lupi gittavan le braccia al collo delle pecore ed eran con loro come pane e cacio, sì che non facevan che baciarsi dalla mattina alla sera; quando si ferravan le pulci con novantanove libbre di ferro e ciò non ostante saltavano fino alle stelle, di dove ci portavano le leggende; quando le mosche scrivevan sulla parete: "Più bugiardo si scopra chi non ci crede”; c’era dunque una volta un Imperatore potente e una Imperatrice, belli e giovani l’uno e l’altra, che, volendo aver figlioli, avevan fatto più volte quel che bisogna fare per averne; poi erano andati dai maghi, dai filosofi e avevan pregato perfino gli astronomi di osservare bene le stelle per vedere se avrebbero o no avuto dei figlioli; ma indarno. Finalmente, vedendo che non c’era verso di saper nulla di chiaro, l’Imperatore e l’Imperatrice presero con sè alcuni boieri grandi, soldati e servi in quantità, e se n’andarono da un vecchietto che aveva fama d’indovino e lo trovarono a casa. Il vecchietto, come li vide di lontano, uscì loro incontro, dando loro il benvenuto:

Ben arrivati e con salute! Ma perchè vi ostinate a voler sapere la verità? Il vostro desiderio, una volta realizzato, non vi frutterà che dolore!

Io — rispose l’Imperatore — non son venuto per questo, ma solo a domandarti che, se tu sai un modo come noi possiamo far dei figlioli, tu ce lo dica.

Ce l’ho — rispose il vecchietto — ma non avrete che un figlio solo. Egli sarà un vero

Principe Azzurro
tenero come burro,

ma non potrete godercelo.

L’Imperatore e l’Imperatrice presero le medicine date loro dal vecchietto e se ne tornano allegri e contenti al loro palazzo, e, dopo alcuni giorni, l’Imperatrice s’accorse di essere incinta. La corte e i dignitari si rallegrarono molto di questo avvenimento. Ma, prima ancora di nascere, il bambino cominciò a piangere nel ventre della madre e di un pianto così dirotto che nessun medico potè farlo cessare. Allora l’Imperatore per consolarlo cominciò a promettergli tutti i beni della terra, ma neppure con questo riuscì a farlo tacere.

Taci, amore del tuo babbo — dice l’Imperatore — che ti darò il tale impero o il tal’altro; taci, figliolino bello, che ti darò in moglie la figlia del tale o del tal’altro Imperatore e molte altre cose di simil genere; ma, quando vide che non si chetava, gli disse: — Taci, figliol mio, che ti darò ”Gioventù senza vecchiaia e Vita senza morte!”.

Allora il bambino si chetò e venne alla luce; e i dignitari cominciarono a sonar cembali e tamburi e in tutto l’impero si fecero gran feste per tutta una settimana.....

E il bambino cresceva forte e bello, fu mandato a scuola dai più dotti filosofi, ed imparava con gran facilità; quello che gli altri bambini imparavano in un mese, egli l’imparava in un giorno e tutto l’impero era fiero del suo principe, che sperava divenisse col tempo un sovrano più sapiente di Salomone; ma, quando ebbe compiti i quindici anni, cadde in malinconia e non si sapeva che avesse. Un giorno che erano a tavola e l’Imperatore si rallegrava tra i suoi boieri, Principe-Azzurro si levò in piedi e disse: