Eccomi. Son sempre io, quella d’ogni giorno!
Gli occhi? Proprio un bel paio!
E che bella testina vien fuori!
Sarebbe forse la mia? Sarebbe per caso d’un’altra?
E di chi dovrebbe essere? Ed all’orecchio,
ecco, ho un fiore!
Questa son io! e son proprio un bel tocco di ragazza!
Chi s’è permesso dire che son piccolina?
Ma guarda! Ora m’accorgo
che il velo di sposa mi starebbe bene.
E che bella figlioletta
ha la mamma!
Lo sapevo io d’esser bella!
Sicuro! E la mamma mi sta ricamando
un grembiule tutto a fiori, un vero gioiello.
Non son io una ragazza comune,
e la mamma può esser ben fiera
d’avermi per figlia!
Sapete che ha detto ieri nella vigna?
Ha detto: — «Cosa vengono a dirmi di maritarla?
Una figliuola sola ho e non intendo darla
al primo che capita. Chi la vorrà
ha da esser coi fiocchi!»
Chi lo sa? Può darsi che la mamma
abbia ragione. So molte cose, ma non le so tutte.
La mamma m’insegna
come si tesse un lenzuolo,
non come si parla coll’innamorato
bocca a bocca.
Ma non tesserò io tutta la vita!
Voglio vedere un po’ di dove viene l’amore.
L’amore? Ma lo so bene! Esso viene
dal giovanotto a cui si piace!
Su, scommetto, cari ragazzi,
che cosa credete?
d’esser più forte di voi. Si provi colla sinistra
a farmi piegare chi si crede forte!
Ma è pur bello sognare
d’esser delicata, e che per benino,
quand’egli ti stringe tra le braccia,
ti spezzi in due la vita!
Se allunga la mano destra,
e ti prende alla cintola,
e ti domanda: — «Cara, ti stringo forte?»,
tu gliene dici di tutti i colori,
ma lui, lo sfacciato,
allunga anche la sinistra.