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Vo testamento far, uo confessarmi
     prima chio arrischi la mia cara pelle
     altro che ciancie e lo mestier de larmi
     rida chi uuol, che son tutte nouelle
     udendo cio Turpin disse ben parmi
     che ti discarchi di tue colpe felle
     & confessollo in uno tratto, & poi
     monto a caual settati i fatti suoi.

E come fu a caual, trottando un poco
     si ferma, e pensa, e seco dice o Duca
     andrai o no a por la carne a fuoco
     sara me ch’io mi appiatti in qualche buca
     perche il condursi in campo è un certo gioco
     che suol condure a ellene nos induca,
     uo prima ch’ognun dica qui fuggi
     Astolfo huomo da ben che qui mori.

Gloria a tua posta, morti che noi siamo
     puo sonar mona Fama con la piua
     che in poluere di Cipri si possiamo
     con Lauro, con Mirto e con l’Vliua
     e tanto delle lodi ci sentiamo
     quanto delle uergogne Helena diua
     o la Zaffetta, a ben chel sappia ognuno
     del dato benemerito trent’uno.