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righe frettolose, buone, senza un dubbio o una esagerazione, erano la forma più micidiale, più insopportabile, colla quale gli si fosse potuto comunicare, così impensatamente, la sua colpa.

— Ha la mamma ammalata, — pensò poco dopo in una sosta del turbinio, che lo aggirava; quindi corse nuovamente cogli occhi all’altra riga, dove Roberti gli annunciava la consegna della cambiale al pretore, senza crederne falsa la firma ed affermando anzi che non poteva trattarsi se non di un equivoco. Poi la lettera finiva con quel grido per la mamma forse già morta.

Nel gabinetto non c’era alcuno: fuori, in tutta la città, a chi rivolgersi? Malgrado la smania non potè muoversi; non c’era più niente da dire o da fare! Si trovava già lontano da tutti, con quella sensazione di un baratro buio, freddo, sordo, senza cielo, senz’aria, uno di quegli abissi di sogno, nei quali cadendo non si sente che il vuoto e quando la caduta si arresta non si tocca ancora nulla. Allora le forze l’abbandonarono e si accasciò sulla poltrona, colla testa bassa, in un atteggiamento sfatto. La sua vita, così normale poco prima, era svanita; egli vi rimaneva come un corpo molle, insaccato dentro gli abiti, coll’occhio sinistro, che in quella piegatura del capo ancora gli si vedeva aperto ed opaco, così che la moglie Caterina entrando in quel momento avrebbe gridato per la paura.

Intanto il tempo passava.

Quel colpo, che avrebbe atterrato qualunque altro, non aveva però nulla di strano, e ciò lo rendeva ancora più terribile. In tutta la giornata, pur non volendo pensarci, perchè gli rimanevano ancora circa due mesi prima della scadenza, ne aveva pro-