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chè delle proprie domande e delle proprie risposte? Cancellate creatore e creazione, ma resterete sempre dinanzi al pensiero, che ha potuto tanto cancellare, e alla materia incancellabile anche per il pensiero. Siete dunque al medesimo punto, nella stessa antitesi del finito coll’infinito, dell’uomo con Dio: e poichè nulla può disgiungere materia e spirito, forma e sostanza, ordine e cose, Cristo torna mediatore fra le sue nature inseparabili. Cristo non si riesce a negarlo; tu, Mattioli, lo ammetti nell’arte, tu, Tarlatti, nel dubbio, tu, Tebaldi, nell’odio; mentre egli vi costringe tutti e per sempre nella propria orbita divina. L’umanità tenterebbe indarno di scordarlo, perchè in essa, ciò che fu, dura. Prima di strappare Cristo alla coscienza dell’umanità cercatevi intorno con che cosa riempirete in essa un vuoto di duemila anni. Chi di voi, può proclamare false le figure dello spirito accettando per vere quelle della natura? L’indimenticabile dell’uno non vale dunque l’immutabile dell’altra? Per coloro, che credono, il presente è l’eterno: per quelli, che dicono di non credere, il presente è l’effimero, ma la realtà è ugualmente per tutti nel presente: Cristo è presente nell’umanità. Tu, romanziere, hai confessato che nessun dramma è più intenso del suo: trova tu, poeta, una passione della sua più ineffabile: tu, filosofo scettico, cerca un dubbio più profondo della sua fede — se la nostra vita non viene da Dio, e non torna a Dio per mezzo di Dio, dove va la nostra vita? — Tu, socialista, accumula tutte le risorse della materia, condensa l’immensità del mondo nella brevità del tuo tempo, e costruisciti una vita di piaceri; il più piccolo dei dolori spirituali simboleggiati in Cristo ti renderà per sempre, ugualmente, inconsolabile. Tutti noi portiamo Cristo crocifisso nel cuore, e la nostra passione continua la sua,