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dai sopraccigli quasi riuniti, esprimeva una fiera energia.

— Non ho il vostro ingegno – cominciò — ma io credo; per voi altri la vita è uno spettacolo, del quale vorreste riprodurre i quadri nell’arte, e così pensereste di aver vissuto. Allora come ridete di Bovio? Perchè il suo quadro di Cristo è brutto? E bello a che cosa gioverebbe, se nemmeno la redenzione di Cristo ha giovato? Quando tu, Mattioli, parlavi di Giuda, io ti ascoltavo attentamente: il cristianesimo non ha potuto comprendere il suo tradimento, tu dicevi. Ebbene, io ti rispondo: perchè tradimento non vi fu. In che cosa si poteva tradire Cristo? Qual’era la sua idea? Io non la so.

— Il mondo l’ha accettata. — proruppe l’abate.

— Rimanendo tale quale, quindi non la sa come me. Egli si proclama figlio di Dio: è questa l’idea? Tutte le mitologie dei suoi tempi n’erano piene. La redenzione dal peccato originale mediante una incarnazione divina? Tutte le mitologie n’erano piene. Un’altra vita in un altro mondo migliore? Tutte le mitologie n’erano piene. L’uguaglianza del genere umano.

— Sì.

— Ma non osò proclamarla.

— Nel cristianesimo schiavo e padrone sono eguali.

— Come dunque sono ancora schiavo e padrone? Che egli abbia o no avuto una esistenza di uomo, mi pare la più inutile delle questioni dal momento che sarebbe stato un uomo non superiore al proprio tempo.

— Perchè dunque hai detto di odiarlo?

Gli altri assistevano quasi ansiosi allo strano duello, ma dinanzi al viso sempre così oscuro di Tebaldi, la fronte dell’abate si rischiarava; ambe-