Pagina:Oriani - Oro incenso mirra, Bologna, Cappelli, 1943.djvu/178


le due creazioni si saranno valse, ma se vorrete analizzarle, la scienza non vi darà che dei misteri e dei cadaveri, la critica che delle contraddizioni e delle parole. Si può forse, esprimere in altro modo ciò che la musica dice? Sarebbe essa ancora l’ultimo sforzo del linguaggio, il verbo dei pensieri muti altrimenti? Ebbene, anche la bellezza è una musica ineffabile come la vita stessa.

— Triste musica, allora!

— Siete pessimista?

— Sì.

Egli sorrise.

La duchessa si alzò per offrirgli da un tavolino prezioso d’intarsi l’astuccio delle sigarette, e rimase qualche istante in piedi guardandolo. La sua bella testa pallida aveva sempre la stessa espressione di freddezza quasi crudele.

— La prefazione di Bonghi conclude per la vita – egli soggiunse con accento leggero di provocazione. Io potrei ripetervi la sua frase: poichè siete tanto bella, tutto non è dunque dolore quaggiù.

— Allora perchè la bellezza non basta alla felicità dell’amore e l’amore spesso non si cura nemmeno della bellezza? Bonghi ha ragione quando afferma contro la falsa serenità dei nuovi pagani che il mondo antico è stato infelice quanto il moderno, e che la malinconia non è un male cristiano. Noi siamo tutti infelici!

— Voi! — egli esclamò con accento duro, forse irritato seco medesimo dalle troppe idee sciupate in quel dialogo, e che avrebbero potuto bastare a parecchi dei suoi articoli.

Ma ella non si degnò nemmeno di notare l’interruzione.

— Lo so — proseguì vivamente – ormai si è detto tutto sul dolore e sul piacere, si è preteso