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schio, e il treno oscillando fece traballare il colonnello: nell’istante medesimo tutto quel crocchio pallido di una indefinibile emozione si traeva macchinalmente il cappello come per un supremo saluto. Parve che il colonnello si rovesciasse; ma improvvisa la sua mano, tagliando coll’antico gesto automatico l’aria fuori dallo sportello, fece un saluto militare, che il treno già in moto interruppe.

La locomotiva fischiava ancora.

Il colonnello sedette nel vagone vuoto colla canna fra le mani e il mento sulla canna.

Così viaggiò più di venti ore: giunse a Tolone.

Nel porto molti bastimenti arrivavano e partivano; gliene fu indicato uno che faceva rotta per il Capo di Buona Speranza. Era un vapore inglese, l’«INFLEXIBLE». Quando il bastimento fu al largo, il colonnello rimasto insensibile al tramestio della partenza andò alla punta di poppa e stette guardando verso la Francia.

Naturalmente egli fu subito una meraviglia a bordo.

I passeggeri, francesi ed inglesi, ammirati della sua alta figura, cui l’abbigliamento e la croce davano quasi un carattere di apparizione, si domandavano sussurrando dove mai quel soldato di quasi un secolo potesse andare. Egli non parlava con nessuno. Il suo occhio fisso sull’infinito del mare pareva inerte, la sua fisonomia era immobile. Ma sebbene il mare fosse agitato, e il vapore avesse un forte rollìo, e molti soffrissero il mal di mare, il suo passo pareva quello di un viaggiatore rotto a tutte le traversate.

All’indomani un’altra curiosità venne a contendergli il primato.

Era un bel giovane biondo, di statura atletica, coi capelli lunghi a riccioli, che contrastavano col-