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sino dall’infanzia. Quella morente fra tutti gli splendori della ricchezza era una derelitta come lui: glielo aveva letto nei grandi occhi cilestri, pallidi di uno smarrimento, che si sentiva anch’egli nel cuore così spesso. Prima di coricarsi pregò anche per lei, perchè la madonna la guarisse, lasciandola quaggiù come una immagine degli angeli adoranti intorno al suo trono. E a poco a poco quella tenerezza si fece più intensa: non era l’amore inevitabile a’ suoi diciotto anni, quel primo fervore di tutto l’essere verso di un altro in uno slancio d’ispirazioni infinite, entusiasta e vivace come tutte le illuminazioni della fantasia; ma una passione delicata e profonda, che lo faceva vivere collo spirito di quella sconosciuta, in una confidenza fraterna e nullameno trepidante di riserve. Nessuna immagine impura, nessun volgare sottinteso turbava la serenità ardente del suo affetto. Egli non sapeva nemmeno abbastanza chiaramente che cosa fosse la donna, benchè avesse dovuto studiare sui libri la torbida epopea di peccato e di espiazione per la quale essa aveva traversato il cristianesimo fino all’apoteosi di Maria.

Poi la sua stessa miseria di seminarista, costretto a vivere con dieci franchi al mese, perdeva ogni dolore dinanzi alla miseria mortale di quell’altra, vacillante come un’ombra fra tutti i riverberi della ricchezza, e già vicina a sparire improvvisamente nel chiarore di un’alba.

L’indomani ripassò sotto le finestre del palazzo, avventurandosi per tutta la città sino nello Stradone, un largo viale fiancheggiato di platani, all’ombra dei quali nel pomeriggio le signore uscivano a farsi vedere. Tutto fu indarno, dovettero trascorrere delle settimane prima che la rivedesse in carrozza, poi la incontrò ancora a piedi sempre co-