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— Giovane! proruppe, ascoltate dunque la parola di un vecchio.

La sua voce era rauca.

— Se noi siamo fossili, perchè venite dunque a cercarci? Siete forse un geologo? Invece vi credete un politico, e non siete che un letterato. Avete elaborato un disegno nel silenzio della vostra testa, e siete tornato in Russia per la vanità di esporcelo offrendovi alleato di un partito, che in molti anni di lotta si è fatto un nome mondiale. Noi abbiamo ucciso uno czar, teniamo l’altro bloccato nel proprio palazzo, abbiamo una falange di scrittori e una moltitudine di condannati. Voi disprezzate tutto questo; la fanciullezza della vostra superbia vi fa credervi un messia per aver pensato alla guerra civile. Se foste nato uomo di Stato o di guerra, sareste rimasto in Russia per riunire intorno a voi un partito o una banda; invece emigraste, costeggiaste all’estero tutti i nostri amici senza entrare nelle loro cospirazioni, perchè non vi avreste potuto essere primo. Rubaste, lo diceste voi, al giuoco, per impossessarvi di una somma, colla quale iniziare una sommossa, ma su quella somma da molto tempo vivete con lusso. Non vi giudico, signore, vi analizzo: sono più cortese di voi. Chi siete? Uno studente che non ha studiato, il figlio abbandonato di un pope, un giuocatore, che le carte hanno arricchito e le carte possono impoverire. Il vostro ingegno, sono contento nel riconoscerlo, è di let-