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che un villaggio si ribelli scannando il signore o incendiando le sue case, e la rivoluzione si propagherà. I reggimenti composti di mugiks diserteranno; il primo colonnello in rivolta diverrà generale della rivoluzione, i cosacchi possono fornire una cavalleria; abbiamo dozzine di nazionalità, assorbite non fuse, che si ridesteranno: abbiamo troppo poche strade in un territorio troppo vasto perchè il governo possa agire rapidamente nelle repressioni, abbiamo frontiere che tutti possono violare; l’Inghilterra vi fornirà denaro ed armi. Complicate dunque la guerra civile colla guerra federale, spingete gli uni al saccheggio e gli altri al campo, permettete tutto a tutti. Quando avrete distrutto la Russia dell’impero, potete essere ugualmente tranquilli: l’avvenire la ricostituirà, se vi spunti davvero un’idea moderna, della quale il mondo abbia bisogno.

— Voi siete russo?

— Sono uomo: la patria nega il mondo, io lo affermo.

— Diceste che il popolo non si batte.

— Battetelo, perchè si batta. Il socialismo è per lui la terra che non possiede, dategliela; il suo Dio è lo Czar, che glie la nega: dategli dunque il paradiso, che questi gli contende, e il mugik non crederà più nello Czar. Bisogna che nessun signore possa abitare la campagna. Uccidere uno Czar a che giova per il mugik? Ammazzate i padroni delle terre, che non appartengono al