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Stefanovich? Gli studenti delle università dovrebbero essere già insorti per Rodion. Noi che non siamo niente, che non siamo nemmeno in rapporto col Comitato Esecutivo, che cosa facciamo qui a parlare di Rodion? Abbiamo paura: tu, Slotkin, ne hai forse meno di noi, seguitò con amaro sorriso, perchè hai osato almeno dire con noi ciò che non osiamo confessare a noi stessi. Sì, abbiamo paura; bisognava già aver fatto qualche cosa. Tu, Ogareff, sei migliore di noi; hai tentato di agire solo, arrischiando tutto. Hai ragione, siamo vili.

— Piangi, piangi, bambino, gli rispose sprezzantemente Lemm, i poeti son tutti così: tu hai paura della morte di un altro.

In quel momento suonò il campanello della porta: Andrea Petrovitch e Ogareff si slanciarono contemporaneamente fuori della stanza, tutti gli altri ammutolirono. Kepskj e Lemm si misero le mani in tasca, forse tastando un’arma.

— Tanto meglio se fosse la polizia! mormorò Fedor.

Si udivano dall’altra stanza le voci di Andrea Petrovich e del dwornik: poi scesero tutti, Ogareff e Pietro il mugik lasciando l’uscio aperto. Che cosa era? Slotkin, appoggiato alla scrivania, stese la mano verso gli scuri della finestra per aprirne uno e spiare sulla strada, ma si rattenne. Quell’attesa di appena un minuto diventava insopportabile.