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cosa quando l’avete detta, come se i fatti potessero svolgersi nella vita colla stessa imbecillità compiacente, colla quale si atteggiano nei vostri libri. L’arte non è che virtù d’istrioni e vizio di parassiti.
— Tu ebreo puoi dire così.
— Io, ebreo, ti dico che l’arte è il più vile dei lussi, perchè non ha mai divertito che i padroni; una statua di Michelangelo non vale un’oca, che almeno possa cuocere. L’italiano Sobrero, inventando la nitroglicerina, è stato più utile di Dante: domandalo al cadavere di Alessandro II. Dante ha potuto sognare di scendere all’inferno, Sobrero vi ha cacciato davvero Alessandro II. Finiamola una volta con queste aristocrazie delle arti e delle scienze: il popolo ha bisogno di ben altro, il paradiso deve essere sulla terra.
— Tu ne farai una cucina.
— Sarà sempre meglio che un tempio o un museo.
— Perchè non piuttosto una banca? replicò Fedor piccato.
— Vuoi dunque dirmi che sono nato ebreo? e la sua voce, invece di alzarsi, si assottigliò in un sibilo.
Tutti lo guardarono: parvero temere una contesa. Ma Sergio Nicolaievich Lemm, sempre appoggiato alla scrivania, seguitò:
— È vero, sono ebreo. Gli ebrei hanno fondata la oligarchia dei capitalisti per diventare i tiranni