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e filosofie più profonde che nell’Occidente? Che cosa accadeva nelle nostre steppe? Greggi di uomini e di animali vi pascevano: le pecore vi abbassavano la testa verso l’erba e i pastori verso la terra; l’uomo era più schiavo della bestia. Non abbiamo poemi, perchè la nostra prima vita fu senza gloria, monotona e sconsolata come la steppa.
— Vuoi tu farci una accorante lezione di storia? gridò Martino Ivanovich Kepskj.
— Non s’insegna ciò che non è, rispose amaramente Fedor.
— Tu neghi la Russia?! Beviamo piuttosto, ribattè alzando sdegnosamente le spalle Michele Ossinskj ed appressando la propria tazza alla chiavetta del samovar.
— Si nega forse il dolore? Come si è formata la Russia? Sotto l’Orda mongolica. I primi Kniaz, discendenti di Rurik, furono i servi più abbietti della Orda d’oro. Quale differenza fra San Luigi re di Francia e Sant’Alessandro Newskj! Poi l’Orda si dissipa e la Russia riappare: ma l’Orda svaporando come un’acqua immonda lascia una fondiglia, l’aristocrazia di Mosca. Le due piccole democrazie di Nowgorod e di Pskof spirano sotto la nuova tirannia; fra l’Oriente antico e l’Occidente europeo la Russia rimane senza storia nel passato e senza storia nell’avvenire. Ah! perchè dico questo? Perchè soffoco. Non c’è aria in Russia; l’arte non vi ha mai respirato. La Russia non ha una statua, un quadro, un poema, una