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— Un altro, un altro ancora, poi altri daccapo, fino a quando? Forse per sempre! È lungo questo martirologio, seguitò Fedor scuotendo amaramente la testa e agitando una mano quasi a minaccia: chi ne conosce l’origine? La Russia è come un immenso lido, sul quale si siano accavallate tutte le invasioni. Gli Ural, che ci dividono dall’Asia, sono così poco alti che la schiuma delle invasioni orientali rimbalzando alle loro falde e sorvolando le loro creste è sempre discesa sul nostro versante. Da quando è cominciato il martirio del popolo russo? Come il popolo ebreo, esso è entrato nella storia mediante una cattività: la sua vita comincia dall’indietreggiare nel passato dei Tartari, nei quali spira l’ultima idea e s’acqueta l’ultima passione orientale. Il cammino della nostra storia è segnato dai Kourganes delle steppe, sepolcri di tribù dimenticate, sui quali i pastori accendono i fari per la marcia del loro gregge. Che cosa è stata la Russia nella storia del mondo? La nostra razza, che chiamiamo slava dal nome della gloria, mentre i latini dal nostro nome trassero quello di schiavi, che cosa ha fatto al momento che Alessandro colla falange macedone sventrava l’Oriente illuminandolo colla cultura greca, quando Roma riaprendo la strada di Alessandro riuniva tutto il mondo intorno a sè medesima, quando oltre il raggio del pensiero greco-romano l’Oriente accumulava più vaste conquiste, più numerose religioni, più colossali arti, scienze più misteriose