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dall’attrito di tutti quei piedi, si era fatta pericolosamente lubrica. Due o tre volte, scivolando fra ruota e ruota, furono sul punto di cadere. Nel passare vicino ad una catasta Lemm potè osservarlo bene in faccia; pareva uno spettro. Il principe piegò, quasi furiosamente, verso la casa di Loris.

— A casa mia! gli sussurrò Lemm fermandolo per una manica della pelliccia.

Olga, che li aveva riconosciuti dal balcone, si ritirò come un’ombra.

Quando entrarono nel gabinetto, ella li aveva preceduti, fermandosi presso la porta. Il gabinetto rimaneva quasi buio, giacchè l’unico lume a petrolio, presso la pila sullo scrittoio, era riparato da un cappello verde, che sembrava concentrare tutta la sua luce sul bottone nichelato del manipolatore, scintillante come un cristallo.

Loris si alzò scostando la sedia, ma il loro aspetto alterato lo fermò.

Lemm si teneva dietro il principe, del quale l’anelito faticoso sembrava crescere. Improvvisamente questi vacillò, e si rattenne ad una sedia.

Allora Loris lo squadrò più intensamente.

— L’imperatore?... gli chiese.

Ma l’altro, avanzando un passo, rispose precipitosamente con voce strozzata:

— C’è mia figlia....

Loris, credendo che stesse per slanciarsi sul ma-