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Lemm potessero fuggire, portando via la pila, per sottrarsi finalmente alla responsabilità dell’attentato. Sarebbe stata un’idea pazza; eppure in quel momento non lo irritava. Il Monte dei Passeri era deserto come l’altra volta, la neve bianca si stendeva all’intorno, oltre ogni potenza di sguardo, sopra Mosca ammutolita ed immobile. Egli la contemplò dal medesimo posto, come Napoleone doveva averla guardata ottant’anni prima, ma non sentì più la medesima invidia pel grande conquistatore. Tutto era calmo e freddo lassù. Che cosa importano alla natura le catastrofi della storia? La vanità della vita gli appariva ora, su quel bianco uniforme, da quella neve distesa sulla terra come un lenzuolo, che ne disegnava appena la forma scheletrica.
Era già notte, quando ripassò per la piazza. Le cataste bruciavano alzando larghe spire di fiamme rossastre, che coprivano la luce dei fanali imprimendo un moto d’oscillazione a tutte le case. La gente strettavi d’intorno, quasi nell’improvvisa intimità di un immenso focolare, ne traeva ogni tanto tizzoni accesi, e li gettava vociando allegramente a spegnersi nella neve. Le carrozze s’aprivano a stento un solco largo ed effimero fra la folla troppa pigiata e vacillante, quando i dragoni incaricati di tenervi l’ordine la respingevano coi petti dei cavalli. A tutte le finestre delle case brillavano lumi, dai portoni aperti irrompevano ondate di luce, mentre un fracasso di marea cre-