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casa. Loris aveva già avvisato il padrone dello stallaggio di tenergli pronta la droiska, verso le nove, per quella sera.
Quei due ultimi giorni furono eterni. L’imminenza della catastrofe diventava come una fatalità impreveduta. Loris e Olga non si parlavano più. Lemm evitava di venire nel loro appartamento, Matrona, lasciata sola a cucinare, suppose una lite fra i due amanti, perchè anch’essa aveva dovuto accorgersi della passione di Olga. Ma Loris aveva ancora dovuto sopportare il più atroce degli spaventi, quando gli scopatori municipali fecero, qua e là per la piazza, molti buchi nella neve per disporvi le cataste di legna, alle quali i cocchieri si sarebbero riscaldati la notte attendendo la fine dello spettacolo. Egli aveva dimenticato questo costume, che poteva sventare l’attentato, se per caso una catasta si fosse alzata per dove passava il filo. Invece vi rimasero lontane.
Era dunque inevitabile; ma ora il dubbio cominciava anche in lui. Aveva egli ragione? Quanti sarebbero i morti? Quanto soffrirebbero della esplosione le case della piazza?
Lemm era pieno di dubbi, anche sulla solidità della loro.
— Il nostro pericolo è adesso troppo piccolo, gli aveva risposto Loris duramente: si dirà che fummo vili.
Lo spettacolo della piazza, con tutto quel tumulto di gente e di carrozze, lo affascinava. Si