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fetti, resisteva alla tensione di quella guerra sognata da Loris, e fatalmente predestinata alla più piccola e truce delle catastrofi. Ma troppo inoltrato per indietreggiare, cercava di obbliarla a ogni momento in qualche fantasia. La sua insufficienza di rivoluzionario gli si era rivelata in quella goffaggine di non sapersi nemmeno fingere dentista coi compagni d’università, che lo avevano riconosciuto, così che doveva ancora rimanere quasi sempre in casa per evitare il loro incontro. Adesso lo spaventava persino il vecchio soldato; un sospetto, che gli venisse un giorno nel pulire le stanze, e tutto poteva essere scoperto. Anche Loris usciva poco di casa, sebbene a Mosca fosse meno conosciuto di Lemm; ma la sua bellezza aristocratica diventava un pericolo, attirando l’attenzione. Quando si trovavano riuniti non sapevano che dirsi, se Loris non parlava della guerra; era quello l’unico discorso, che coll’ansia di nuovi pericoli potesse ancora rianimare la loro piccola società.

Per mangiare si separavano. Olga e Loris giravano per le trattorie, evitando di ritornarvi troppo; Lemm, sobrio come uno spartano, si contentava spesso di una focaccia comperata da un pasticciere, o di una piccola colazione in qualche caffè secondario. Quando Olga si offerse di fare la cucina in casa, accettarono con riconoscenza. Loris fingerebbe una leggera indisposizione per non uscire di casa. Matrona aiuterebbe