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due dita un invisibile segno di croce, contrassegno e simbolo della setta, mi ha giovato un po’ più, e nullameno è insufficiente. Al museo etnografico Dachof di Mosca la raccolta dei vestiti russi antichi non serve a nulla; però vedrete come sarà Catia. La vogliamo irresistibilmente bella per quella sera: sarà l’immagine della nostra Russia, della nuova musica e della nuova scultura: la bellezza del corpo come espressione di quella dell’anima.

Intanto che il portinaio, arrossendo di piacere a questi complimenti, voltava le spalle alla strada, i due suonatori erano già arrivati, e ad un gesto rapidissimo del conte Ogareff, avevano risposto con un cenno negativo.

— Mio caro dwornik, primo dwornik di Pietroburgo, zio della bella Catia Ivanovna, la futura Adelina Patti della Santa Russia, proruppe con un accento gaio il conte Ogareff, la musica purifica l’anima ma asciugando il corpo. Eccoti un biglietto da venticinque rubli: comprerai alla bottiglieria francese Drummond et Fils quattro bottiglie di Sauterne, quindi passa da papà Razumikhine, lo conosci eh! fatti dare una grande carafa di vodka di Odessa. Ci porterai su tutto; oggi è gran prova.

— Vostra Alta Nobiltà mi permetterà di venire ad ascoltare un pezzo, solamente uno?

— No per San Sergio: ti conosco, vecchio mio, lo diresti alla bella Catia; e il conte Ogareff vol-