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Egli tessè rapidamente sui ganci un reticolato, disponendovi i trenta tubi su tre file; l’operazione più delicata era di congiungere il filo alle capsule. Loris si contentò di attivare la comunicazione elettrica soltanto colla prima fila; questa, incendiandosi, avrebbe infallibilmente determinato lo scoppio delle altre due.
Tutta questa operazione si era compiuta quasi in silenzio.
Allora cominciò il secondo problema di condurre il filo dal piede interno del divano, sotto il tappeto del palco e del corridoio, sino alla finestra, presso la quale Loris aveva riconosciuto poco prima, aprendola e chiudendola rapidamente mentre la sala era deserta, il passaggio della doccia. Ma Loris era stanco. A poco a poco tornava loro la confidenza. L’oscurità aveva una calma profonda, nella quale sentivano di essere soli. Loris consultò l’orologio, era il tocco; bisognava affrettarsi. Olga gli fece osservare che sarebbe meglio forare prima la doccia e gettarvi dentro tutto il filo, poi col suo capo superiore passare lungo i muri, dove il tappeto era fissato a ramponcini quasi invisibili; nulla di più facile che insinuarvelo sotto. La sola difficoltà sarebbe di traversare il corridoio dirimpetto al palco. Ma siccome il filo metallico presentava una certa rigidezza, con molta pazienza vi si riuscirebbe, spingendolo dritto come dentro una guaina.
Loris ne convenne. Per andare in quella sala si